La causa dell’Alzheimer potrebbe risiedere nella bocca: è quanto suggerisce un nuovo studio.
Un trial clinico del 2019 condotto da un consorzio di università (Harvard, California, Bergen, Melbourne, Auckland e Cracovia) su 570 pazienti ha evidenziato una correlazione tra la presenza del batterio orale Porphyromonas gingivalis (un microbioma patogeno) e forme gravi di Alzheimer. I ricercatori hanno inoltre riscontrato concentrazioni maggiori di Gingipains (proteine tossiche) nel sistema nervoso centrale di pazienti sia vivi che deceduti. In alcuni di questi pazienti affetti da Alzheimer sono stati identificati frammenti del genoma di Porphyromonas gingivalis nel liquido cerebrospinale e nella saliva.
Il batterio Porphyromonas gingivalis e i suoi enzimi, chiamati appuntoGingipains, sono stati identificati come fattori significativi nello sviluppo dell’Alzheimer, in quanto causano la degradazione di proteine cerebrali e la formazione di grovigli neuronali accompagnati da neuroinfiammazione vicino all’ippocampo. Inoltre esperimenti sui topi hanno mostrato che l’infezione con questo batterio induce la produzione della proteina beta-amiloide, un segno distintivo dell’Alzheimer. Ciò supporta l’idea che l’Alzheimer possa avere una componente infettiva. La presenza di enzimi batterici tossici in individui con alterazioni cerebrali pre-Alzheimer suggerisce che l’infezione potrebbe precedere i sintomi di anni. Questa scoperta potrebbe portare a nuovi trattamenti, come il composto COR388.
Tuttavia, è importante sottolineare che la ricerca è ancora in corso e non è stata ancora stabilita una relazione di causa-effetto definitiva. Altri fattori genetici, ambientali e di stile di vita giocano sicuramente un ruolo nello sviluppo dell’Alzheimer.
Lo studio sottolinea l’importanza di una buona igiene orale non solo per la salute della bocca, ma potenzialmente anche per la salute del cervello a lungo termine.
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